La nuova anatomia aliena di Daniel Roseberry che omaggia il suo Texas e Giovanni Schiaparelli creando nuove forme mai viste prima.
Cosa c’entra l’Alta Moda parigina con l’Armocromia e l’Analisi delle Forme? Dico spesso che la consulenza d’immagine mi ha permesso di ricondurre la moda ad un livello terreno, renderla alla portata di tutti e farne uno strumento per conoscere sé stessi e mostrarsi al mondo come si desidera.
L’Alta Moda è praticamente il polo opposto, puro sogno ed estrema espressione dell’estro creativo di uno stilista che possiede mezzi che noi comuni mortali non possiamo forse neanche immaginare. E Daniel Roseberry, a capo della casa di moda del gruppo Della Valle dal 2019, durante la prima giornata di Haute Couture Week Spring Summer 2024, me lo ha ricordato, lo ha ricordato a tutti noi che abbiamo assistito, seppur virtualmente, al suo incredibile show!
Dopo un ciclo di collezioni che rappresentavano e allo stesso esaltavano l’anatomia umana, sicuramente ricorderete abiti con capezzoli oro in evidenza e decolleté con dita oro applicate sulla punta, indossate anche da una certa ragazza bionda nota sui social, Roseberry volta pagina. Ancora una volta è il corpo ad essere protagonista e ne stravolge le regole della gravità e della percezione spaziale. È non badando alle forme del corpo, ma usandolo come strumento d’arte che ne libera la sua espressività. Certo qui si tratta di un messaggio inviato dallo stilista attraverso i corpi di tutte le modelle, ma non sarebbe ancora più semplice farlo col proprio corpo?
Ed è qui che entra in gioco l’Analisi delle Forme. Scoprire attraverso una consulenza qualcosa di noi che non si conosce o che si è data per scontata e renderla il proprio punto forte, per piacersi, accettarsi e avere nella propria manica un asso da giocare, che sia nella vita di tutti i giorni o nelle occasioni speciali. Quell’asso è il proprio corpo, qualcosa di unico, che ci accompagna da una vita e che merita di essere rispettato.
Tornando alla sfilata lo stilista afferma: Questi abiti collegano anche i suoi rimandi personali con i miei: vedrete riferimenti astratti alle iconografie del mio stato natale. Il Texas, a partire dalla bandana, qui rifatta in paillettes dipinte a mano; lo stivale da cowboy, ripensato come una fantasia alta fino alla coscia e irto di fibbie; l’iconica treccia di cavallo da dressage, rifatta sotto forma di punte di raso di seta per ricoprire un bomber in camoscio color cammello e un abito corsetto in denim bianco.
Per Daniel Roseberry lavorare con l’heritage lasciato da Elsa Schiaparelli è un vero e proprio parco giochi per la mente. A tessere le fila di questo nuovo percorso sartoriale-tecnologico è il lascito dello zio di Elsa, Giovanni Schiaparelli direttore dell’Osservatorio di Brera di Milano, che intorno alla fine dell’800 fece una scoperta riguardante il territorio del pianeta Marte, definendo quelli conosciuti come canali, le voragini che caratterizzano la superficie del pianeta rosso. Rimase nella storia anche per aver coniato il termine marziano, che ormai determina qualsiasi cosa di sconosciuto ma allo stesso tempo affascinante. Questo senso di curiosità ha pervaso l’atmosfera del defilè, dove abiti scultura hanno superato ogni limite anatomico, toccando volumi extra-terrestri sia nelle fogge degli abiti che nelle texture ottenute da mosaici di dispositivi elettronici e applicazioni di velluto, frange e pizzo. Persino un bambino realizzato con la tecnica di questo patchwork digitale si fa accessorio sulle braccia della modella Maggie Joy Maurer.
Spero che questo approfondimento fashion vi sia piaciuto e vi aspetto nei commenti per sapere quale look avete preferito!